I ricercatori del progetto DisComPoSE hanno partecipato al primo congresso della Società Italiana di Storia Ambientale (SISAM) dedicato a La Storia Ambientale in Italia: Metodi e Percorsi di Ricerca che si è tenuto a Catania il 22-24 settembre.
Il giorno 23 Matteo Lazzari e Yasmina Ben Yessef hanno presentato il proprio lavoro nell’ambito del panel coordinato da Gennaro Varriale (Università di Valencia) e intitolato La gestione dei disastri nel secolo XVII.
In qualità di presidente della sessione, Varriale ha esordito spiegando gli obiettivi del panel: analizzare come le società dell’Ancien Régime hanno affrontato i disastri naturali e come hanno comunicato e diffuso le notizie di tali eventi. Varriale ha messo a fuoco alcune delle fonti utili per l’analisi di questi aspetti (corrispondenza privata e ufficiale, immagini, documenti pubblici, ecc.) e ha sottolineato l’importanza di queste fonti nelle ricerche dei relatori che hanno partecipato al panel.
Yasmina Ben Yessef ha esposto la sua ricerca su Le catastrofi naturali come motori della conoscenza nell’America ispanica (sec. XVII) illustrando un caso di studio su una tempesta verificatasi alle Matacumbe Cays (Florida) nel 1622, che causò l’affondamento di due galeoni della flotta di Tierra Firme della Monarchia ispanica. Utilizzando diverse fonti, Ben Yessef ha posto l’accento sui processi di circolazione del sapere scientifico tra il Mediterraneo e l’America ispanica, per evidenziare il ruolo di quest’ultima nei processi di configurazione della conoscenza empirica nell’Età Moderna.
Nella sua relazione Il vulcano messicano Popocatepetl a Bologna alla fine del XVI secolo, Matteo Lazzari ha evidenziato la rilevanza delle fonti dell’archivio del naturalista Ulisse Aldrovandi per la conoscenza del continente americano. In particolare, basandosi sull’analisi di una matrice a forma di vulcano – molto probabilmente il Popocatepetl messicano – rinvenuta tra i documenti dei bolognesi, Lazzari ha messo in rilievo l’interesse suscitato in Aldrovandi dal fenomeno vulcanologico e ha dimostrato l’impatto della sua ricerca su altre fonti dell’epoca, come il Codice Pomar de Valencia.
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