Il decimo convegno della Sociedad Internacional para el Estudio de las Relaciones de Sucesos (SIERS)  ha visto la massiccia presenza del gruppo di ricerca DisComPoSe. L’evento, intitolato La transmission des nouvelles. Les «relaciones de sucesos» comme espace de mélanges, tranformations et contaminations du XVI au XVIII siècles, si è tenuto a Parigi (Université Paris 8 e Université Paris Cité) dal 15 al 17 settembre 2022.

Ai lavori del primo giorno hanno partecipato Matteo Lazzari nella sessione Colecciones, catálogos y fondos documentales e Beatriz Álvarez García in quella su Conversiones, martirios, milagros y prodigios: tranformaciones textuales y materia religiosa.

Lazzari ha incentrato il suo intervento sulle relazioni su avvenimenti che hanno avuto luogo nelle Americhe, presenti nella collezione di Ubaldo Zanetti (1698-1768), conservata alla Biblioteca Universitaria de Bologna. Nel suo contributo ha descritto i contenuti delle relazioni con particolare attenzione alla loro cronologia, provenienza e differenziazione tematica allo scopo di istituire un confronto con le relazioni di provenienza europea.

Álvarez García ha, invece, posto l’accento sui rapporti tra le relazioni sui disastri naturali di età moderna e la scrittura religiosa, in particolare, i sermoni. Per evidenziare i fenomeni di mutuo scambio di temi e forme sono stati presi a titolo esemplificativo alcuni testi redatti e circolanti in occasione del terremoto calabrese del 1638.

Il giorno successivo Antonietta Molinaro, Annachiara Monaco, Valentina Sferragatta e Milena Viceconte hanno dato vita alla sessione Evoluciones en la escritura e iconografía periodística: los desastres como ejemplo de noticia.

Molinaro ha presentato il suo progetto di studio sulle relaciones de sucesos in versi sui disastri di origine naturale per poi soffermarsi su una tipologia editoriale abbastanza comune nei pliegos poetici dei ss. XVI-XVII: i cuadernillos monografici. Si tratta di pliegos che accanto alla relación presentano altri testi poetici ad essa connessi tematicamente e/o ideologicamente e si propongono tre obiettivi principali: informare sul tragico evento e sui suoi effetti (docere), aiutare le vittime a gestire la crisi in uno spirito di comunità cristiana (movere) e guidarle verso il superamento del momento difficile (delectare).

Monaco ha condiviso le sue ricerche sulle relazioni dedicate alle eruzioni del Vesuvio pubblicate tra Sei e Settecento, a partire dall’imponente risveglio del vulcano il 16 dicembre 1631 dopo circa cinque secoli di inattività. In seguito a questo evento, infatti, il Vesuvio si impose all’attenzione di una pluralità di figure quali cronisti, scienziati, letterati e pittori. L’analisi si è concentrata su un corpus di relazioni in italiano, di cui sono stati messi in evidenza l’impianto testuale e le soluzioni sintattiche, retoriche e lessicali utilizzate per rappresentare il disastro secondo una prospettiva diacronica.

Su alcuni aspetti caratteristici della produzione di relazioni a tema disastroso in età moderna sono stati l’oggetto della riflessione di Sferragatta. Nello specifico, l’analisi condotta su un corpus di relazioni stampate in italiano lungo l’intero arco del Seicento, si è servita degli strumenti della linguistica testuale allo scopo di mettere a fuoco i modi in cui prendono forma i contenuti e gli obiettivi comunicativi dei testi attraverso una dimensione sia macro sia micro-testuale,

Viceconte ha censito le relazioni dedicate all’imponente terremoto che nel 1627 colpì la parte settentrionale dell’odierna Puglia, attraverso una prospettiva bibliografica e storico-artistica. L’impatto e l’eco di questo evento si diffuse prontamente come attestano le numerose edizioni pubblicate in città italiane e all’estero, molte delle quali corredate da illustrazioni che intendevano offrire una testimonianza visiva dell’evento calamitoso.

Infine, Gennaro Schiano, all’interno della sessione Mezclas y transformaciones genéricas, ha analizzato il testo di una relación in versi dedicata all’inondazione di Salamanca del 1626 e titolata Llanto de Menardo. Il poemetto, scritto da Duarte Núñez de Acosta, al tempo bachiller all’università salmantina, racconta le tragiche conseguenze della catastrofe attraverso lo sguardo e la voce del pastore Menardo. Schiano ha messo in luce il modo originale in cui nel Llanto si ritrovano gli elementi fondativi del racconto della catastrofe nella prima età moderna e alcune caratteristiche proprie della tradizione bucolica.

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