La nuova collaborazione tra i ricercatori del progetto DisComPoSE e quelli del progetto VeLoCi – Vesuvian Lost Cities before the Discovery è stata sugellata il 14 giugno 2024 in un luogo suggestivo: il cratere del Vesuvio. “La Montagna” che domina il golfo partenopeo, infatti, è al centro sia degli studi della rappresentazione, della percezione e della comunicazione degli eventi eruttivi di cui si occupa il gruppo DisComPoSE, sia dell’analisi delle fonti e dei resti delle città scomparse in seguito all’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. esaminate dal Gruppo VeLoCi.

Tale progetto, guidato da Giulia Ceriani Sebregondi dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, si propone di indagare il processo di conoscenza del territorio avviato prima delle campagne archeologiche ufficiali della prima metà del Settecento, di esplorare la dimensione simbolica e materiale della convivenza con le rovine e di sperimentare una nuova metodologia di ricerca per ricostruire l’identità di un paesaggio perduto.

Nonostante la sostanziale diversità delle due linee di ricerca, esse presentano numerosi interessi in comune. Se, ad esempio, VeLoCi riflette sulla esperienza di scoperta delle tracce degli eventi eruttivi nel paesaggio urbano, DisComPoSE analizza le reazioni umane di fronte a tali fenomeni a breve e lungo termine; se VeLoCi si sofferma sulla metodologia con cui venivano studiate le rovine di edifici distrutti da calamità verificatesi nel passato, DisComPoSE indaga le modalità di ricezione e diffusione delle notizie catastrofiche del recente e del lontano passato.

Inoltre, poiché VeLoCi, intende dialogare con una bibliografia consolidata nel campo della storia della scienza, dell’archeologia, del restauro e, più recentemente, dell’epistemologia dei disastri, l’approccio multidisciplinare è uno dei fattori innovativi che accomuna entrambi i progetti di ricerca.

Il confronto scientifico e lo scambio di buone pratiche tra i due team saranno tesi a contribuire alla diffusione di una storia articolata che arricchirà la conoscenza scientifica e getterà nuove basi per strategie di comprensione dei fenomeni calamitosi e di conservazione, protezione e gestione del patrimonio culturale.

La collaborazione trarrà frutto anche dalla sinergia con le ricerche realizzate all’interno del progetto Historia y Clima, coordinato da Armando Alberola Romà dell’Università di Alicante e incentrato sui disastri naturali, le interpretazioni scientifiche, i rimedi tecnici, gli interventi politici e la religiosità popolare nella Spagna mediterranea nel XVIII secolo.

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