L’attualità delle catastrofi naturali ha stimolato, specie negli ultimi decenni, una densa riflessione tra studiosi di discipline diverse, generando un vivace dibattito sui connotati culturali e sociali dei disastri. Terremoti, inondazioni, uragani e incendi sono letti come eventi sociali, che forniscono un negativo fotografico rilevante sulla cultura e l’immaginario del periodo in cui si manifestano.

Nella prima età moderna le calamità naturali avvenute nei territori della monarchia spagnola determinano la pubblicazione di testi compositi – trattati, relazioni, avvisi, cronache e poesie – che circolarono nei periodi immediatamente successivi all’evento dentro e fuori i confini dell’impero. Questi testi, pur se eterogenei, contribuirono alla creazione e diffusione di topoi ricorrenti, stilemi e retoriche comuni. A differenza di altre notizie sulle gesta di condottieri in battaglia, sulle sontuose entrate in città di principi e governatori, sulle nascite e le morti mitizzate dei reali, la narrazione dei disastri sembra mancare di attori protagonisti, rimpiazzati dalla furia antropomorfa degli elementi naturali. Eppure, talvolta nel racconto sul disastro naturale, dalla massa indistinta del popolo e dei suoi drammatici aneddoti, emergono singolari figure che entrano in azione stravolgendo lo stato d’emergenza: da un lato i santi, dall’altro le istituzioni locali. I primi sono invocati a mediare con i cieli e a placare l’ira divina con eventi miracolosi, le seconde sono chiamate a gestire la tragedia con aiuti e misure straordinarie.

Le giornate di studio organizzate dal gruppo DisComPoSE il 14, 15, 21 e 22 gennaio hanno l’obiettivo di riflettere su questi peculiari eroi dell’emergenza e sulle diverse questioni interpretative sottese alla memoria delle loro gesta: dalle strutture retoriche comuni a cui fanno ricorso i diversi generi editoriali che ne danno notizia, alla relazione di questi con gli stilemi dell’epica e della poesia coeva, dalle rappresentazioni figurative dell’azione epica al loro riuso e adattamento in altri contesti di crisi, dal conflitto tra narrazioni contraddittorie alle ragioni politiche di questo conflitto, dalla caratteristica immagine delle processioni all’intersezione tra competenze e poteri di differenti istituzioni che si manifestano durante tali eventi.

 

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