Le trasformazioni dirompenti, come disastri naturali, innovazioni tecnologiche, crisi demografiche, socio-economiche e organizzative, rendono la resilienza una priorità urgente nell’agenda della ricerca nelle scienze sociali, comportamentali e umanistiche contemporanee. La fragilità dei sistemi sociali e delle loro fondamenta istituzionali è stata indagata dagli studiosi e dagli studenti che hanno partecipato alla Summer School SuRe – Sustainable and Resilient Societies, organizzata dall’Università di Groningen dal 24 al 29 giugno presso l’Istituto Reale Olandese di Roma.
Il corso di formazione ha permesso il confronto tra ricercatori di diverse discipline che si interrogano sulle questioni della resilienza a livello di individui, collettività (organizzazioni, comunità, famiglie), società e istituzioni, così come alle sue dimensioni concettuali o etiche.
Le urgenti domande sul rapporto tra sostenibilità e resilienza sono state investigate attraverso l’approccio demografico, storico, sociologico, psicologico ed economico. Studiosi di primo piano provenienti da tutt’Europa hanno introdotto temi chiave e lavorato a stretto contatto con gli studenti per sviluppare progetti di ricerca.
Tra questi Domenico Cecere, che ha fatto luce sui disastri da una prospettiva storica. La sua lezione ha trattato l’impatto culturale, sociale e politico degli eventi estremi sulle società dell’epoca moderna. Il P.I. del progetto DisComPoSE ha delineato l’evoluzione delle politiche e delle pratiche messe in atto per gestire l’incertezza e riprendersi dall’interruzione delle relazioni sociali. La sua presentazione ha evidenziato come il confronto con quanto accaduto nei secoli passati ci permette di indagare le trasformazioni delle modalità con cui le società hanno percepito i rischi e risposto ai disastri causati da fattori ambientali o biologici.
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